Sulla figura di Giuseppe ci dobbiamo fermare un po’, perché la sua storia è così drammatica che va capita per benino (i capitoli 37, 39 e 41 di Genesi sono fondamentali).
I fratelli odiano Giuseppe, che appare un presuntuoso per la sua capacità di interpretare i sogni, ed è il figlio prediletto da Giacobbe.
Arriveranno al punto di minacciare di ucciderlo; ma, per il ripensamento di qualcuno dei fratelli (in fondo è pur sempre carne della loro carne!), decidono “semplicemente” di “venderlo” come schiavo agli Egiziani!
Bella roba, diremmo!
Eppure proprio da qui nascerà la fortuna di Giuseppe che in Egitto diventerà viceré del Faraone proprio per aver saputo interpretare un sogno col quale si profetizzavano 7 anni di prosperità e sette anni di carestia.
Come ci racconta la “straight story” del film, ogni storia non è “diritta” perché tutto fila come l’olio, ma perché se la via è indicata dal Signore diventa certa la meta da raggiungere.
Nel cap. 50, dopo che Giuseppe ha perdonato i suoi fratelli per tutto il male che gli hanno fatto, leggiamo infatti:
Non temete! Sono io forse al posto di Dio? Se voi avevate ordito del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: salvare la vita di un popolo numeroso.
Buona settimana!